Le patologie degenerative sono una tipo, un gruppo, di malattie, caratterizzate dal continuo e progressivo deterioramento delle parti colpite. E nel sistema sanitario italiano hanno, purtroppo, uno spazio di grande rilievo.
Il Sistema Sanitario Nazionale italiano classifica come patologie degenerative almeno sette importanti malattie tra quelle comuni e quelle degenerative. Si va dalla degenerazione maculare senile all’artrosi, patologie che mediamente toccano la gran parte delle persone over 75, a quelle più rare e, purtroppo, più drammatiche come la Malattia di Alzheimer, la Malattia di Parkinson, la SLA, acronimo di Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Malattia di Huntington e la Sclerosi Multipla. Tutte malattie che hanno al loro interno due, drammatici, denominatori comuni: la cronicità e l’irreversibilità.
E queste due parole contengono al loro interno un mondo, vasto, vastissimo di implicazioni sanitarie, sociali, familiari e purtroppo economiche. I numeri che emergono, almeno in Italia, sono chiarissimi. Partiamo dalle persone colpite. Trattando solo le cinque più complesse abbiamo oltre 2,1 milioni di persone.
Il picco, con 1 milione di ammalato tocca alle demenze, passando per i 600.000 malati di Alzheimer, i 300.000 malati di Parkinson e i 120.000 affetti da sclerosi multipla. Se a questo aggiungiamo che il 18,3% di persone residenti in Italia ha patologie muscolo scheletriche ci rendiamo conto che la “bolletta” per il Sistema Sanitario Nazionale è di circa 65 miliari di euro con un impiego di circa il 60% del budget complessivo.
Eppure non basta. Sì perché la cura di una persona malata di patologia degenerativa obbliga le famiglie a costi aggiuntivi, che oltre a quelli sociali, sono quelli per avere in casa badanti o eventualmente per le rette delle RSA, le residenze sanitarie assistite.
Costi spesso incompatibili con i redditi familiari. Per questo motivo lo Stato entra spesso in contenzioso con i singoli cittadini. E questo accade quando non riconosce il rimborso, o il pagamento, dell’intera retta. Un contenzioso che almeno tre recenti sentenze della Corte di Cassazioni hanno chiarito in modo netto e definitivo. Tre sono i principi inderogabili.
La gratuità totale del ricovero ribadita nella sentenza 2038 del 2023. La qualifica dei sanitari che agiscono nella RSA, sentenza 34590 sempre del 2023 e soprattutto la nullità delle clausole di compartecipazione alla spesa tra familiari e Sistema Sanitario della regione di appartenenza. Concetto che diventa giurisprudenza con la sentenza numero 2216 del 2024
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