La caduta dei capelli in autunno è un fattore naturale, ma quando si verifica in modo anomalo, è bene approfondire.
Di leggende metropolitane ce ne sono tante: alcune durano da decenni, altre sono sparite col tempo. Eppure, una teoria che sembra avere una base scientifica è proprio la caduta dei capelli in autunno – quella che molti chiamano la perdita ‘nel periodo delle castagne’. Che però, a voler essere precisi, è ancora lontano: la caduta inizia già da metà/fine settembre. Se vogliamo restare in tema, sarebbe più colpa dei porcini.
Come spiega Mario Valenti, dermatologo e ricercatore dell’Irccs Istituto Clinico Humanitas, si tratta del naturale ciclo del cuoio capelluto. La famosa fase Telogen, in cui molti capelli terminano il loro ciclo di vita e cadono, è spesso più concentrata proprio in autunno.
La causa? “Sembrerebbe legata anche alla riduzione progressiva delle ore di luce”, spiega il medico. Con l’aumento del buio, cresce anche la melatonina, che non regola solo il sonno, ma anche il ciclo del capello. Per questo, la caduta autunnale è considerata fisiologica, e in genere dura tra le 4 e le 6 settimane, al massimo 8. Eppure esistono anche casi di eccesso, ed è proprio lì che conviene non ignorare i segnali.
Non sempre la caduta dei capelli in autunno è solo stagionale. Se inizia a prolungarsi oltre le 6-8 settimane o la quantità di capelli persi ogni giorno sembra fuori controllo, allora vale la pena prestare attenzione.
In questa stagione si possono perdere fino a 100 capelli al giorno – talvolta anche 120 o 150 – restando comunque nella norma. È il classico effetto della fase telogen, del tutto fisiologico. Ma se il fenomeno si amplifica o dura troppo a lungo, è bene non archiviarlo come semplice cambio di stagione.
Secondo il dermatologo Mario Valenti, un segnale da non sottovalutare è quando la perdita si manifesta con intensità maggiore del solito – ad esempio dopo la doccia o spazzolando i capelli. In questi casi si può provare con un test empirico: il wash test, ovvero contare i capelli che si perdono durante il lavaggio. Oppure affidarsi a uno specialista, che esegue il pull test (tirando delicatamente una ciocca per vedere quanti ne restano in mano) e utilizza il tricoscopio per osservare lo stato dei follicoli.
Se il problema persiste, è consigliabile eseguire esami del sangue per verificare eventuali carenze di ferro, zinco, vitamina B12 o altri nutrienti fondamentali per la salute del capello (talvolta è solo quello il problema). In caso di squilibri, si interviene con integrazioni mirate.
L’alimentazione? Ovviamente fa la sua parte: una dieta varia e bilanciata è la prima difesa. E ancora: niente piastra a temperature infernali, no a shampoo aggressivi, attenzione alle asciugature bollenti. E infine, l’intramontabile consiglio: meno stress, più leggerezza. Facile a dirsi, importantissimo a farsi – non solo per la chioma.
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