La legge e la giurisprudenza sono chiare, un determinato comportamento rischia di configurare il reato di abbandono di minore. Cosa fare per evitare l’incriminazione. Cosa dicono le recenti sentenze della Corte di Cassazione
Da poco più di tre settimane ha preso il via in tutta Italia l’anno scolastico 2025-2026. Un anno scolastico che, sulla carta, si preannuncia denso di impegni, di opportunità, ovviamente di difficoltà e di test affatto banali come quello afferente al nuovo esame di maturità. Ma un tema resta intonso e si procrastina anno per anno stagione per stagione.

Parliamo, nello specifico, delle tante tantissime autorizzazioni che i genitori firmano di anno in anno, spesso in fotocopia, per quello che riguarda le uscite extra scolastiche, le riprese audio e video e non da ultimo la possibilità di essere presi all’uscita da nonni, parenti, zii, amici e affini. Una quantità enorme di carte e di firme che spesso, alla fine dell’anno, finiscono al macero.
Ritorno a casa da scuola: i minori di 14 anni vanno sempre accompagnati, lo dice la Cassazione
Eppure, ce n’è una, parliamo di autorizzazione, che almeno fino alle fine delle Terza Media ma in alcuni casi anche oltre in base a specifiche valutazioni ha un valore fondamentale. Parliamo dell’autorizzazione, anzi della liberatoria, per consentire ai figli che frequentano le classi tra le elementari e le superiori di tornare a casa da soli.

Una non troppo recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 27705 del 2018, una sentenza che ha fatto giurisprudenza, su questo tema è chiarissima. Vediamo nel dettaglio cosa dice. Partiamo dal presupposto. Un minore sotto i 14 anni va preso a scuola come fosse un bambino delle elementari. Il rientro a casa autonomo, anche in centri piccoli e dove la scuola è a poca distanza da casa non si configura come abbandono di minore, con tutte le conseguenze civili e penali, solo ed esclusivamente si è inviato alla scuola un testo che funge da liberatoria.
In tutti gli altri casi, infatti, far tornare il ragazzo o la ragazza da soli a casa è come lasciare un neonato, quelli da 0 a 3, incustoditi sul seggiolino. Una sentenza peraltro apprezzata in modo formale da tutti i governi che si sono succeduti alla guida dal Paese dal 2018 ad oggi