Secondo una recente indagine coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità e diffusa in occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale del 10 ottobre, oltre nove persone su cento sopra i 65 anni manifestano sintomi di depressione in Italia. La situazione si aggrava tra chi vive in condizioni economiche difficili e tra coloro che soffrono di malattie croniche.
L’indagine, frutto delle sorveglianze «Passi» e «Passi d’Argento», evidenzia che il benessere psicologico degli over 65 è spesso compromesso per oltre la metà dei giorni del mese precedente l’intervista. In particolare, tra gli over 85, la percentuale di chi presenta sintomi depressivi sale al 13%. Anche le donne sono più colpite rispetto agli uomini (12% contro 5%), confermando come il disagio della solitudine e quello economico siano fattori di rischio molto rilevanti.
I dati
I dati mostrano che le situazioni di disagio economico incidono pesantemente: il 25% degli over 65 che riferisce molte difficoltà economiche evidenzia sintomi depressivi, contro il 6% di chi non riporta difficoltà. Analogamente, chi convive con due o più patologie croniche mostra una frequenza nettamente superiore di sintomi depressivi (17%) rispetto a chi non ha malattie croniche (5%). La solitudine gioca un ruolo non secondario: tra chi vive da solo, l’11% manifesta sintomi di depressione.
Un dato preoccupante riguarda il ricorso alle cure: quasi una persona su quattro tra gli over 65 che soffrono di depressione non chiede aiuto né a familiari né a medici. Tra chi cerca supporto, il 26% si affida solo a familiari o amici, il 13% solo al medico, e il 37% a entrambi.
Il sistema sanitario
A livello di sistema sanitario, cresce la domanda di cure specialistiche: sono in aumento i ricoveri nei reparti psichiatrici degli ospedali e le consulenze psichiatriche nei Pronto Soccorso. Tuttavia, nello stesso periodo si registra un calo dei servizi di telemedicina e una leggera diminuzione di visite psichiatriche e psicologiche, sia in presenza sia da remoto. Nel triennio 2021-2023 si nota un calo di psichiatri, assistenti sociali e terapisti della riabilitazione, mentre aumentano leggermente psicologi e operatori sociosanitari.
Risulta quindi fondamentale rafforzare i Centri di Salute Mentale (CSM), strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale, elemento chiave nella prevenzione e trattamento del disagio psicologico. Chiedere aiuto a queste strutture non significa “essere matti”, ma è invece un gesto importante per tutelare il proprio benessere e la propria salute mentale.