Sonia Bruganelli, che sfogo contro Bonolis: “L’ho fatto per colpa sua!”

Una Sonia Bruganelli come mai vista prima d’ora. L’opinionista e imprenditrice ha infatti recentemente presentato la sua autobiografia (disponibile a partire da oggi): Solo quello che rimane. Autobiografia di una lettrice. Quello della Bruganelli è un racconto colmo di inediti sulla sua vita e sulle diverse sfaccettature che la compongono. L’opera arriva a due anni di distanza dalla sua separazione da Paolo Bonolis, con il quale è stata legata sentimentalmente per 25 anni.

Il duro sfogo

L’autobiografia della Bruganelli si apre ripercorrendo il dolore e la sofferenza legati all’aborto che ha vissuto a 24 anni, quando già da un anno viveva la sua relazione con Bonolis. Ciò che ha dovuto affrontare non solo le ha lasciato una ferita profonda, ma ha anche condizionato la sua storia d’amore con Paolo. “Essere madre era sempre stato il mio sogno, ha raccontato al Corriere della Sera. Eppure, quando è arrivato il momento tanto atteso, si è resa conto che il suo compagno non era pronto per quel grande passo. Su questo delicato punto,la classe ’74 si è raccontata aggiungendo: “Mi stavo laureando in Scienze della Comunicazione, ero fiera di mantenermi da sola grazie a lavori da modella e telepromozioni. È così che avevo conosciuto Paolo, che però aveva una sua ferita emotiva: era già papà, i due figli erano stati portati in America da piccoli e per lui era stato un lutto. Mi sono innamorata e mi sono gettata a capofitto in quella storia”.

Il matrimonio

La Bruganelli ha poi aggiunto: “La gravidanza non era cercata, ma avrei voluto che Paolo mi dicesse: ‘Che bello, questo bimbo è frutto del nostro amore’. Invece, non era pronto. L’ho capito, non l’ho accusato e fra diventare madre senza di lui o avere lui, ho scelto lui. Ho creduto che fatto l’intervento, sarebbe finita lì. Mi sbagliavo. La rabbia per ciò che mi era stato tolto si è fatta sentire. Se Paolo mi parlava dei suoi figli, ero lacerata, pensavo che non mi considerasse abbastanza importante per giustificare un’altra sua paternità.Gli dicevo: ‘Zitto, mi ferisci’. Era una situazione tossica. Ci siamo sposati perché ci amavamo, ma anche per un intreccio di altre ragioni”.

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