Aspettano il momento con ansia, a volte si incantano a guardare il piccolo schermo, se gli parli non ti rispondono perché sembrano rapiti o si esprimono con frasi del tipo “ha crashato” o “mi hai trollato”. Di chi sto parlando? Dei nostri figli ovviamente, i nativi digitali che già in tenera età cominciano a fare uso del cellulare o del tablet e vengono catalizzati da quel piccolo schermo che li paralizza per alcuni minuti.
Ormai la tecnologia è ovunque: app per saltare la fila alla posta, per fare la spesa, per accompagnare i figli a scuola; documenti in cloud sempre disponibili, giochi sul cellulare per ammazzare l’attesa, pagamenti fatti tramite telefono, tutto a portata di mano, ogni tool nel nostro smartphone per rendere tutto immediato e facile da gestire. Siamo noi genitori i primi ad essere super connessi, sempre attaccati a quel piccolo aggeggio che ci fa sentire vicini al mondo intero.
Rientriamo a casa da lavoro e dopo qualche minuto cominciano i primi beep che ci invitano a riprendere in mano il cellulare. Il saluto di un’amica, la chat del gruppo scuola whatsapp, la notifica di facebook, il tintinnio continua cosi per tutta la sera e fa si che la cena, le conversazioni familiari, i momenti di relax davanti alla TV sono continuamente interrotti da quella lucina che ci dice “sono qui, quando mi leggi?!” Una distrazione compulsiva che ci allontana dalla nostra famiglia fino al punto che, talvolta, anche il dopo cena si trasforma in un’ esperienza isolata: siamo connessi con il mondo ma non con il nostro partner!
I nostri figli sono come spugne, osservano i nostri comportamenti e assorbono tutto quello che possono. È per questo che non dobbiamo stupirci se a 3/4 anni ci chiedono di vedere un video sul tablet o a 5 anni sono bramosi di scaricare un gioco. Il nostro modo di agire legittima i nostri figli a fare lo stesso, quindi non meravigliamoci se vengono rapiti dalla scatoletta magica, distraendosi ed estraniandosi da ciò che accade intorno a loro. Il punto è che a volte la stanchezza, i momenti critici o il desiderio di dedicarsi soltanto a se stessi per un poco, ci inducono a cedere ai nostri figli consegnandogli l’oggetto del desiderio.
15/20 minuti di tranquillità possono, però, trasformarsi facilmente in un’ora se nel frattempo i nostri bimbi vengono lasciati da soli con il loro “giocattolo”. Un’ora che a lungo andare può avere delle conseguenze nocive sullo loro sviluppo psico-fisico e sulla vista. Diversi studi hanno dimostrato che è in crescita la cosiddetta sindrome del “text neck”.
Si tratta di un insieme di sintomi e fastidi provocati dal guardare il display del tablet o dello smartphone continuamente e per un lungo periodo di tempo, mantenendo posizioni scorrette alla colonna vertebrale.
Secondo quanto riportato su The Spine Journal, un gruppo di neurochirurghi spinali americani ha notato ultimamente un aumento dei pazienti con dolore al collo e alla parte superiore della schiena, probabilmente legati ad una scorretta postura dovuta all’uso prolungato degli smartphone. Infatti, quando utilizziamo gli smartphone tendiamo a guardare dall’alto verso il basso tenendo il collo a circa 45 gradi. Questa postura stressa la colonna vertebrale e incide negativamente sulla schiena e il collo.
La preoccupazione, quindi, è rivolta ai bambini che già in tenera età fanno uso di questi dispositivi, andando incontro alla possibilità di avere dolori articolari molto presto e un peggioramento della vista.
Dato che l’uso della tecnologia ormai fa parte dell’uso quotidiano, come impedire che questa incida negativamente sulla vita dei nostri figli? Se in alcuni momenti non possiamo proprio fare a meno di dare loro lo smartphone, è necessario almeno impartirgli delle regole per educarli ad un uso consapevole e moderato di questi strumenti.
Ecco le 5 regole da seguire
- non far utilizzare questi device per più di 1 ora al giorno;
- invitare i nostri figli a non tenere il cellulare troppo vicino agli occhi;
- non tenere il volume troppo alto;
- adottare una giusta postura mentre si fruisce del “giocattolo”; nello specifico bisogna tenere il telefono/tablet davanti al volto, o all’altezza degli occhi per non sforzare il collo e usare due mani e i due pollici per creare una posizione più simmetrica e confortevole per la colonna vertebrale;
- far capire ai bambini che usare uno smartphone non è un dovere ma un premio che si sono guadagnati per il loro comportamento corretto.
È opportuno, inoltre, conoscere cosa guardano i nostri figli e con quali giochi interagiscono per evitare che imparino un linguaggio inappropriato o facciano esperienze non adatte alla loro età.
Se possiamo, comunque, ricordiamoci che un gioco da tavola, una lettura insieme o semplicemente una chiacchierata sulla giornata trascorsa, rappresentano un’alternativa efficace per distogliere i nostri piccoli dalla tecnologia e farli sentire al centro dell’attenzione. Nella maggior parte dei casi questo desiderio di tecnologia, nasconde una richiesta di attenzione che spesso non riusciamo a soddisfare. Se, invece, riusciamo a dedicargli del tempo esclusivo, reale, denso di significato, i bambini vivranno un’esperienza molto più appagante e non avranno bisogno di immergersi in una realtà virtuale che li isola e crea dipendenza.
By Maika
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