Ognuno di noi può immaginare
quanto possa essere difficile per un ragazzo con disabilità sentirsi perfettamente integrato in una scuola.
Talvolta i sostegni comunemente usati dagli istituti (dispositivi didattici, semplificazione, strumenti tecnologici, rampe per consentire l’accesso…) possono facilitare ma non essere sufficienti a garantire allo studente con disabilità la piena partecipazione alla vita di classe e soprattutto una condizione di star-bene. Non basta inserire dei supporti in un contesto per migliorare la condizione di una persona, ma è il contesto stesso che deve cambiare per accogliere tutte le diversità possibili. Sono le azioni, i comportamenti, gli atteggiamenti in primis che devono cambiare. Affinchè ciò sia possibile è necessario un cambiamento da parte di tutti, a partire dagli insegnanti che hanno il compito di educare gli adulti del domani. L’insegnante può adottare diverse strategie per favorire l’inclusione dello studente con disabilità: progettare attività basate sulla partecipazione attiva che diano la possibilità di agire, di esprimersi, di far emergere le potenzialità dei singoli; organizzare lavori cooperativi per favorire l’interdipendenza positiva e la coesione di gruppo; creare un clima di classe sereno e positivo dove le differenze siano valorizzate e accolte; promuovere il dialogo, il confronto, l’empatia.
Ogni strategia ovviamente dovrà essere personalizzata in base allo studente che si ha di fronte, ai suoi bisogni, ai suoi limiti e ai suoi punti di forza.
Questo implica che l’insegnante di sostegno non può improvvisare, ma deve progettare ogni intervento con accuratezza. Pertanto, è fondamentale che gli insegnanti siano formati sui temi dell’inclusione scolastica affinché possano avere delle basi teoriche e pratiche (attraverso laboratori) che li preparino al ruolo dell’insegnante di sostegno e gli strumenti giusti per strutturare un intervento efficace e adatto al contesto specifico.
L’insegnante di sostegno ha un ruolo delicato e di grande responsabilità. La sua azione può incidere sulla qualità della vita dello studente con disabilità; pertanto, la sua preparazione è fondamentale. Da qui la nascita di un corso di specializzazione per le attività di sostegno, comunemente noto come TFA. Ma di cosa si tratta?
Cerchiamo di fare chiarezza!
Che cosa è il TFA sostegno?
Il TFA è un corso universitario di specializzazione per diventare docenti di sostegno.
In cosa consistono le prove per accedere al TFA sostegno?
Consistono in 3 prove: una prova preselettiva a risposta multipla, una prova scritta o pratica ed un colloquio orale.
In cosa consiste la prova preselettiva?
La prova preselettiva è costituita da 60 quesiti con 5 opzioni di risposta, tra le quali bisogna individuarne una, quella esatta. Almeno 20 di quesiti 60 quesiti sono volti a verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei testi in lingua italiana. Il test ha la durata di 2 ore.
Qual è il punteggio minimo per superare la prova preselettiva?
Non esiste un punteggio minimo per superare la prova, ma dipende dai risultati degli altri. Vengono, infatti, ammessi alla prova successiva (la prova scritta) un numero di candidati pari al doppio dei posti disponibili in ciascuna Università. In più sono ammessi coloro che conseguono lo stesso punteggio dell’ultimo degli ammessi. Pertanto, ci sono casi in cui si è passati anche con voti molto bassi e casi, invece, in cui con 28 si è stati esclusi.
La valutazione del test è espressa in trentesimi: ciascuna risposta corretta vale 0,5 punti, le mancate risposte o le risposte errate valgono 0. Vale, dunque, la pena rispondere sempre, tentando la fortuna nel caso non si sia a conoscenza della risposta.
In cosa consiste la prova scritta?
Nella maggior parte delle Università la prova scritta consiste in 3 tracce da svolgere in un numero limitato di righe (approx. 12-15 righe). In alcune Università, invece, si richiede un’unica prova pratica (per esempio lo sviluppo di un progetto didattico specifico o una UDA). La prova scritta ha una durata di 90 minuti. Il punteggio minimo per passare la prova scritta e poter accedere all’orale è 21/30.
In cosa consiste la prova orale?
La prova orale consiste in un colloquio che verte sui contenuti della prova preselettiva e della prova scritta e, inoltre, su questioni motivazionali relative alla scelta della professione di docente di sostegno.
Qual è il punteggio minimo per passare la prova orale?
Il punteggio minimo per passare la prova orale è 21/30.
Che titoli servono per accedere al TFA sostegno?
Per accedere ai percorsi di specializzazione su sostegno per la scuola di infanzia e primaria è necessario possedere la Laurea in Scienze della formazione primaria o il Diploma Magistrale o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico o Diploma sperimentale a indirizzo linguistico conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002 .
Per la scuola secondaria è necessario possedere abilitazione specifica sulla classe di concorso oppure laurea coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso + 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche.
Gli ITP continueranno per ora a partecipare con il diploma.
Il TFA sostegno mi garantisce di lavorare?
Data la carenza enorme di insegnanti specializzati sul sostegno, coloro che acquisiscono questo titolo hanno altissime possibilità di lavorare con supplenze che quasi sempre sono incarichi annuali. Per entrare di ruolo è tuttavia necessario fare un concorso e il diploma di specializzazione su sostegno è requisito fondamentale per accedere al concorso.
Quanto costa il TFA sostegno?
Il corso costa circa 3.000 €. A questo vanno aggiunte 150€ di tassa di iscrizione per le prove di accesso.
Quanto dura il TFA sostegno?
Il corso di specializzazione in sostegno dura 8 mesi ed è a frequenza obbligatoria. In genere, per poter agevolare chi lavora, le lezioni si tengono 2/3 pomeriggi a settimana e il sabato tutto il giorno, ma il calendario dipende ovviamente dalla singola Università.
Quando ci sarà il prossimo ciclo di TFA sostegno?
Ancora non si sa quando inizierà il 6° ciclo. In passato il bando usciva intorno a febbraio/marzo con prove ad aprile-giugno. Nel 2020 – causa Covid – le prove sono slittate a fine settembre. Vedremo cosa accadrà…:-) Siamo tutti in attesa.
Per offrire ai nostri lettori alcuni consigli utili, abbiamo rivolto alcune domande a Valeria Rohr, una ragazza molto in gamba che ha passato le prove del V ciclo presso l’Università del Foro Italico (Roma) arrivando tra i primi 4.
1-Valeria, quale è stata la maggiore difficoltà che hai incontrato nella preparazione per il concorso TFA?
Una delle maggiori difficoltà che ho incontrato è stato orientarsi nella marea di informazioni e saper selezionare/studiare quelle fondamentali. Gli argomenti sono veramente tanti e il lavoro più difficile è la selezione. In aggiunta, i bandi delle Università con gli argomenti da studiare non sono dettagliati per cui è altissimo il rischio che vengano tralasciati argomenti cruciali, tra l’altro non presenti nei manuali. Una volta individuati gli argomenti giusti, non si può fare altro che studiare studiare studiare Pertanto, soprattutto se si vogliono ottimizzare i tempi, consiglio di affidarsi a qualcuno per farsi orientare ed evitare di “perdersi” o, peggio ancora, deprimersi e abbandonare tutto.
2-Su quali libri consigli di studiare?
Io di base ho studiato sul manuale Simone e mi sono trovata bene. Avevo anche il manuale della Edises, ma l’ho trovato più difficile. Va, però, detto che nessun manuale è completo ed occorre integrare. Il programma, infatti, è estremamente vasto e non esiste un unico libro che includa tutto. Personalmente ho integrato sia con vari altri libri (estraendo il meglio di ognuno su determinati argomenti), sia con ricerche specifiche su internet.
3-Come ci si può preparare per passare la prova preselettiva?
Per superare la pre-selettiva, oltre a studiare gli argomenti principali, è fondamentale esercitarsi tanto: on line si trovano tantissime prove degli anni precedenti. Utili anche gli esercizi commentati della Edises. Le leggi fondamentali, conviene scaricarsele e studiarle bene, attraverso degli schemi che semplifichino la memorizzazione.
4-Quanto tempo ci vuole per prepararsi alle prove per accedere al TFA sostegno?
La risposta è soggettiva e dipende molto dal background di ciascuno. Comunque richiede molto impegno e se si è a digiuno di queste materie bisogna pianificare vari mesi di studio.
5-Come scegliere l’Università? Dove sono le maggiori possibilità di successo?
E’ importante non farsi “abbagliare” dal numero assoluto di posti disponibili ma guardare al rapporto tra posti disponibili e numero di iscritti. Nel 2020 parecchie Università che avevano tanti posti, sono risultate poi quelle più prese d’assalto con un rapporto posti/iscritti decisamente sfavorevole rispetto ad altre con molti meno posti.
Infine, può essere utile prendere in considerazione anche il tipo di prove che ciascuna Università predilige (guardatevi quelle degli anni precedenti per farvi un’idea). Ad esempio, per quanto riguarda la prova scritta, ci sono Università in cui la prova scritta consiste in una prova con un taglio estremamente pratico, che può essere difficile svolgere nel caso non si abbia esperienza pregressa di docenza.
Oltre ai consigli di Valeria, vi segnaliamo anche un sito dove si possono trovare i quesiti e le tracce degli anni precedenti, molto utili per affrontare le prossime selezioni.
A tutti auguriamo un grande in bocca al lupo per il prossimo concorso!
Team ORA X