Purtroppo al giorno d’oggi molte culture, credenze, leggi e istituzioni sociali legittimano la violenza di genere. Con questo articolo spero di riuscire a spiegare bene il fenomeno, descrivendo le caratteristiche di vittima e maltrattante e dandovi tutti i riferimenti per poter essere aiutate. Perché dalla spirale della violenza si può uscire e si può ricominciare a vivere!
La violenza contro le donne è quella che si verifica ogni qual volta ci sia una azione o minaccia da parte degli uomini o dalle istituzioni patriarcali (in cui è la maggiore componente maschile a detenere ruoli di potere) nei confronti delle donne; ovvero una violenza fisica, sessuale o psicologica su donne e bambine, proprio perché appartenenti al genere femminile.
Sono classificati come violenza di genere anche la deprivazione delle risorse per il benessere psicofisico, il trattare le donne come oggetti, il femminicidio, i matrimoni forzati e/o precoci, la violenza legata alle minoranze etniche, le mutilazioni genitali, l’utilizzo della dote (India) e la tratta e lo sfruttamento sessuale.
Le cause sono raramente di origine fisiologica o biologica, ma spesso vanno ricercate nei comportamenti che sono stati appresi per rispondere a uno stress e/o alla rabbia in base a ciò che si è osservato, di cui si ha avuto esperienza, dalla cultura, dalla famiglia e dalla comunità.
È importante sottolineare che l’atto di violenza non è causato dall’abuso di alcol o di sostanze stupefacenti, tuttavia queste lo incrementano perché riducono le abilità di interpretare in modo giusto le proprie azioni.
I luoghi più comuni in cui si verificano questi atti partono soprattutto dalla famiglia, all’interno delle mura domestiche, dal proprio partner o ex (da qui il termine “violenza domestica”) per poi arrivare a tutta la società e alla comunità. Inoltre la violenza di genere non si ritrova solo in alcune determinate classi sociali, ma riguarda tutte le donne: qualsiasi sia l’età, la religione, la cultura, il livello di istruzione e di estrazione sociale.
Al contrario di quanto si possa pensare, la violenza domestica è un comportamento intenzionale che viene fatto con lo scopo di stabilire e mantenere un potere e il controllo sulla vittima perché molto spesso ad una violenza fisica poi fa seguito una falsa riappacificazione che crea conseguentemente anche false speranze.
Si viene, così, a creare una sorta di circolo continuo, che viene definito “la ruota del potere e del controllo”, spesso usato dagli uomini violenti sia sulle loro partners o ex che sui bambini.
È importante sapere però che anche singoli episodi di violenza possono essere sufficienti a stabilire e mantenere il potere e il controllo sulla partner.
Chi è solitamente l’autore?
La maggior parte degli uomini violenti (85%) sono persone molto stimate socialmente, hanno un lavoro e appartengono ad ogni livello sociale e culturale (impiegato, libero professionista, politico, religioso, …); riconoscono il potere e lo esercitano solo con chi ne ha meno di loro.
Solo il 15% invece sono uomini già conosciuti dai servizi territoriali e dalle forze dell’ordine in quanto persone abitualmente violente in gran parte dei contesti della loro vita.
L’uomo violento può esprimere tratti caratteriali di gelosia ed è fortemente dipendente dalla propria vittima, tanto da arrivare ad ucciderla per paura di perderla (es.: durante una separazione legale la violenza aumenta notevolmente).
Molto spesso ha una visione rigida e tradizionale della vita e dei ruoli fra uomini e donne (es.: uomo lavora, donna resta a casa a “badare” alla famiglia).
Purtroppo circa il 60% delle persone violente sono state a loro volta maltrattate o testimoni di violenza durante l’infanzia.
Ciò non toglie che quando si diventa adulti si può decidere in maniera consapevole e autonoma se riproporre i comportamenti violenti subiti/assistiti oppure vivere un rapporto fuori dalla violenza.
Teorie sulla violenza domestica
Esistono moltissime teoria sulla violenza, una di queste ritiene che l’uomo sia “mentalmente malato” o che “perda il controllo” ma, ad oggi, non è stato mai dimostrata la veridicità di questa teoria; infatti, gli uomini violenti sottoposti ai vari test, non rilevano patologie. Inoltre gli uomini esercitano la violenza solo con le loro vittime mentre una persona malata di mente è violenta con tutti (es. schizofrenici). Stesso discorso per la perdita del controllo che “casualmente” però si verifica sempre contro la stessa persona, in tempi e luoghi ben precisi e mai, per esempio contro una figura autoritaria.
La vittima
La donna maltrattata spesso vive sentimenti conflittuali (amore/odio), è emotivamente e/o fisicamente isolata, si ritrova ad essere sottomessa e senza potere, non sempre riesce a realizzare il pericolo che sta correndo, ha poche speranze di uscire dalla violenza perché dipende economicamente dal partner, spesso teme di non essere creduta o di provocare un danno ai propri figli, si vergogna di quello che subisce e di aver pianificato dei progetti di vita con l’uomo che le fa violenza, può ritenere di aver fallito come moglie e madre MA ha bisogno di sapere che esiste una alternativa.
I bambini
Purtroppo quasi sempre i bambini sono testimoni delle violenze che subisce la madre e spesso anche loro diventano vittime di abusi arrivando a soffrire di traumi molto gravi come il disturbo post-traumatico da stress. Sono molto a rischio di immagazzinare come comportamento “corretto” la violenza a cui hanno assistito per poi riproporla sulla propria partner oppure essere a loro volta vittime di violenza.
Che cosa si può fare?
Innanzitutto partire dal presupposto che la violenza domestica è assolutamente inaccettabile e molto pericolosa. Tutte le donne hanno il diritto di vivere libere dalla violenza, dagli abusi, dalle intimidazioni e dalle paure. Non si deve sopportare. Donne e bambini hanno il diritto di sentirsi al sicuro e rispettati e focalizzandosi sui propri bisogni.
Inoltre ci si può proteggere e tutelare, chiamando il numero nazionale antiviolenza (1522) che provvederà ad ascoltarvi, sostenervi e a trovare un centro antiviolenza di riferimento nella vostra zona. Contattando quest’ultimo sarete seguite ed aiutate qualsiasi sia il percorso che desideriate fare: personale, psicologico, legale, ecc.
È importante sapere che non siete sole, ma dietro di voi avete e avrete una grossa rete di sostegno e supporto pronta ad accogliervi.
Se state vivendo una situazione simile a quelle che vi ho portato come esempi contattate il 1522; se invece avete bisogno di capire se nella relazione sono presenti segnali di violenza ed eventuale pericolo per voi stesse, potete compilare un questionario anonimo realizzato dal Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli con il contributo dell’Associazione Differenza Donna Onlus.
Spero di esservi stata utile, alla prossima!
Dott.ssa Ostetrica Flavia Splendore
Link utili:
http://www.telefonorosa.it/gestore-1522/
http://www.surveygizmo.co.uk/s3/2181173/ISA-online
Fonti:
http://www.pariopportunita.gov.it/contro-la-violenza-sessuale-e-di-genere/numero-verde-1522/
http://www.pariopportunita.gov.it/media/2724/violenze_contro_le_donne-2014.pdf
Corso di formazione Teorico-pratico per operatrici centri antiviolenza 2016/2017 – Associazione Differenza Donna; la violenza di genere, Dott.ssa Rosalba Taddeini
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